I metodi di comunicazione attraverso la letteratura scientifica sono troppo lenti quando si ha un’epidemia con una mortalità molto elevata.
Occorre una modalità di comunicazione rapida, efficace, che possa consentire di salvare vite quel giorno, non dopo mesi.
Come diceva il Prof. Puoti la modalità dei trials va bene in bassa marea, non quando ci si trova in mezzo ad uno tsunami.
Per questo motivo le terapie domiciliari si stanno sviluppando sui social e non, almeno non ancora in maniera tale da costituire Trials compiuti, sulla letteratura scientifica.
Verrà il momento, ma ora il mezzo di comunicazione rapido tra noi medici stanno diventando i social.
Non è, tuttavia, una novità.
Vediamo insieme un caso analogo, proprio sul tema Covid, ovvero il “Long Covid”.
Long Covid:
La storia
Innanzitutto, L’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), insieme alla Cina, stabilisce nel febbraio 2020 che i tempi di recupero del Covid siano di 15 giorni nelle forme leggere e di 6 settimane nelle forme più gravi.
Tale descrizione non corrisponde purtroppo alla realtà.
A marzo compaiono su Twitter i primi casi di pazienti che descrivono una persistenza più lunga.
Ad aprile si formano dei gruppi di pressione politica sui social per sensibilizzare sul problema di pazienti che avevano sintomi Covid senza esami strumentali positivi, tamponi compresi.
20 maggio
Il 20 maggio un architetto lombardo, la Dott.ssa Elena Perego, conia il termine “Long Covid”.
Inizio giugno
All’inizio del mese di giugno, un famoso giornalista, sulla rivista “The Atlantic” descrive l’esperienza di nove persone che mostrano sintomi Covid da mesi.
Giugno
Sempre in giugno accade negli stati uniti un fenomeno curioso, una certa Amy Watson, conia il termine “Long haul Covid”, ovvero il long Covid dei camionisti, perché, mentre le facevano i test, indossava il suo cappello preferito da camionista.
In letteratura scientifica, ora, potete trovare spesso il termine “Long haul Covid” e nasce un nuovo gruppo di pressione: I “Long haul Covid fighters”.
7 luglio
Il 7 luglio, finalmente, I “Long haul Covid fighters” vengono intervistati dalla BBC.
16/17 luglio
Il 16 luglio un deputato britannico chiede di questi gruppi di pressione e, il 17 luglio, una rivista scientifica di immunologia descrive le conseguenze croniche dell’infezione Covid.
Da quel momento il Long Covid sta stabilmente in letteratura scientifica.
Ma perché c’è voluto tutto questo tempo?
Queste persone andavano dal proprio medico e gli veniva detto che erano solo ansiosi, che non avevano nulla, gli veniva detto di avere pazienza, venivano trattati come “rompiscatole”.
Perché questo è il termine giusto, come lo siamo anche noi del gruppo di terapie domiciliari in questo momento.
Si capisce che, la modalità per farsi sentire è stata quella di formare un gruppo di pressione.
Non è, quindi una novità, è successo già con l’AIDS, quando le terapie per la cura dell’AIDS si sono sviluppate grazie ai gruppi di pressione, e così anche per altre malattie.
Long Covid:
I sintomi
Possiamo dividere in sintomi: lievi, gravi e sociali.
Sintomi lievi (per modo di dire):
- annebbiamento del sensorio;
- insonnia;
- intolleranza all’esercizio (una sorta di tachicardia e dispnea al minimo sforzo);
- ingrossamento dei linfonodi;
- dolori al petto;
- cefalea;
- dolori muscolari;
- stanchezza estrema (impedendo anche alla persona di recarsi al lavoro per mesi, con gravi ripercussioni in ambito lavorativo ed economico);
- perdita di memoria;
- formicolio ai piedi;
- orecchie che suonano;
- tachicardia;
- persistenza del disturbo di odori e sapori;
- tosse;
- dolore alle articolazioni;
- depressione;
- disfagia e disfonia.
Questi sintomi possono anche verificarsi ad intermittenza. Scomparire e, dopo qualche giorno, apparire nuovamente.
Una situazione altamente drammatica per chi la vive.
Questa non è stata riconosciuta dai medici e, tantomeno, dalla letteratura scientifica per mesi.
Sintomi gravi:
- embolia polmonare;
- trombosi retiniche;
- ictus;
- miocardite;
- squilibrio neurologico con grave deterioramento della salute mentale e disturbi cognitivi.
Sintomi sociali:
- isolamento;
- difficoltà economiche;
- pressioni per tornare al lavoro nonostante il sintomo di immensa stanchezza;
- lutto;
- perdita della routine.
Quindi, come dice il Medical Virology Journal, bisogna investire in gruppi polispecialistici di riabilitazione per rendere reversibili i sintomi del long Covid. Altrimenti, questi sintomi possono diventare stabili.
Ci sarà uno tsunami di disabilità cronica con saturazione assistenziale che durerà per lustri e una grande spesa sanitaria.
Qualcuno sostiene che il Long Covid potrebbe uccidere più del Covid stesso.
In conclusione, vi rimando alla seconda parte di questo video che tratterà le cause ipotizzate per il Long Covid, degli aspetti neuro-cardiovascolari e delle terapie.