Ci sono molti protocolli che sono usciti in questo periodo.
Questo è particolare, è diverso, è più completo perché raccoglie le esperienze di medici in prima linea sul territorio nella terapia domiciliare del COVID-19.
Esso è composto da oltre 200 medici da tutta Italia, ed è quindi una esperienza unica nel panorama forse mondiale.
Tuttavia, perché, come osservava il giornalista Enrico Mentana, c’è questo proliferare di protocolli?
C’è il protocollo dell’AIFA, c’è il protocollo che è uscito dall’Istituto Mario Negri, e ci sono altri protocolli, che sono venuti alla luce da Aprile in poi.
Tutti questi protocolli ci sono perché c’è un problema nel protocollo principale, anzi nei protocolli principali: quello dell’AIFA, quello dell’EMA, quello della FDA, dell’agenzia per il farmaco americana, e quello soprattutto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In questi protocolli, assurti dalle esperienze cinesi dei mesi invernali del 2019/2020, suggerivano un trattamento a domicilio con tachipirina e una vigile attesa: quindi non fare nulla fino a che non si arrivava a una diagnosi definitiva, magari attraverso un tampone.
È comprensibile che a Marzo, ad Aprile, questo protocollo potesse essere ancora in vigore, ma sinceramente a Dicembre proporre ancora tachipirina e vigile attesa mi sembra strano, mi sembra sospetto, mi sembra una questione che coinvolge degli interessi che noi non riusciamo a capire.
Perché ci sono molti morti?
Ci sono molti morti soprattutto perché non vengono attuati dei protocolli domiciliari efficaci, e non capisco perché si insista su questi protocolli con tachipirina e vigile attesa ancora dopo 6, 8, 9 mesi dall’inizio dell’epidemia in Italia provocando così tanti decessi. Di tutto questo un giorno qualcuno ne dovrà rispondere.
Ma il nostro scopo non è quello di fare le rivoluzioni o di contrapporci, è quello di stare all’interno per costruire delle alterative che siano valide: per questo questo gruppo sta per emettere un nuovo protocollo che possa essere anche pubblicato.
Serve ancora il protocollo domiciliare?
Questa è la domanda che tutti si chiedono con l’arrivo del vaccino.
Considerando che il vaccino abbia l’efficacia dimostrata nella pubblicazione sul New England del 95%, cosa che ha anche la terapia domiciliare, anzi la terapia domiciliare forse evita l’ospedalizzazione e quindi i decessi oltre il 95% qualora si intervenga nelle prime 72 ore in maniera aggressiva sull’infiammazione, io credo che il vaccino abbia dei temi piuttosto lunghi, prima che esso raggiunga tutta la popolazione, abbia una efficacia che possa veramente cambiare il corso della nostra vita, del nostro vivere sociale, insomma del ritorno alla normalità. Ed è per questo che nel prossimo video parleremo proprio del vaccino.
Grazie a tutti e buon anno.