FAQ: DOMANDE FREQUENTI

Athletic Pavia| Origini e scopo

Salvucci Fabrizio athletic pavia

C’era bisogno di una nuova iniziativa calcistica in Pavia?

Sicuramente si! Poiché, tra le pur tante iniziative valide, mancava chi avesse come principale preoccupazione quella di “insegnare calcio”.
Negli ultimi decenni le grandi disponibilità economiche hanno indotto la formazione di un mercato drogato in campo calcistico, anche a livello dilettantistico, favorendo l’impiego di grandi risorse e indebitamenti importanti pur di ottenere risultati in termini sportivi.

Questo modello ha indotto una trascuratezza e una rarefazione dei settori giovanili, i quali sono stati utilizzati prevalentemente come fonte di risorse economiche per la squadra di maggiorenni e non per insegnare i fondamentali di tecnica e tattica individuale del calcio.

Di contro, altre società sportive hanno puntato esclusivamente su un modello educativo verso i giovani senza la necessaria competenza dello staff tecnico; anche questo modello, seppur originato dalle migliori intenzioni, non ha “insegnato calcio”.

Queste due contrapposte visioni raramente, in entrambi i casi, hanno inciso su una progressione delle tecniche e delle tattiche calcistiche e/o su una incrementale soddisfazione di se da parte dei giovani calciatori. La nostra visione propone invece un percorso originale e alternativo: abbiamo fondato ex novo, nel febbraio 2013, una società sportiva con lo scopo di investire tutte le risorse umane, energetiche, di tempo e economiche sulla formazione dei bambini/ragazzi per uno scopo educativo, ossia per una visione della persona in tutti i suoi aspetti accompagnata da adeguate competenze in ambito calcistico. Athletic Pavia sta realizzando questa terza visione, in Pavia.

I centri sportivi

La crisi economica italiana iniziata nel 2011, che in quel frangente viveva la sua più drammatica acuzie, ha portato alla scomparsa di alcune storiche realtà calcistiche pavesi o alla loro fusione con realtà più solide extracittadine. Pertanto, la stessa crisi economica ci è sembrata una opportunità poiché si liberavano spazi e impianti sportivi per sviluppare finalmente in piena autonomia la nostra idea. Nel luglio 2013 abbiamo ottenuto l’area incolta succitata di 24.000 mq dedita al verde sportivo tramite bando di interesse, dove stiamo gradualmente costruendo un nuovo centro sportivo, particolarmente strutturato per l’aggregazione giovanile e delle famiglie

Sport come ancella non indispensabile alle attivita’ intellettive?

Vorremmo sottolineare come purtroppo la scuola italiana si configuri per la convinta implicita superiorità delle attività intellettive rispetto a quelle fisiche, al contrario di quanto avviene in altri paesi e di quanto tramandato dalla nostra lunghissima tradizione occidentale. Pertanto, come dimostrato dalle lettere di sostegno al progetto, abbiamo cercato l’integrazione con realtà scolastiche anche perchè la stessa attività di Athletic Pavia si configura come scolastica a tutti gli effetti: il lavoro organizzato della dirigenza, degli allenatori e dei coadiutori è volto all’insegnamento. Del calcio! Abbiamo già personalmente sperimentato come l’insegnamento di un metodo di affronto della realtà, come nel nostro caso la competizione calcistica, non solo non porti via tempo allo studio “sedentario”, ma possa fungere da modello per migliorare il rendimento scolastico!

Benessere e sicurezza in Athletic Pavia

Negli ultimi decenni il calcio giovanile è stato spesso gestito da allenatori che non avevano alcuna competenza non solo nell’aspetto tecnico ed educativo, ma soprattutto in quello motorio. Questo ha comportato problemi fisici nei bambini, soprattutto nei più piccoli. Tali distorsioni nella crescita del bambino sono spesso il risultato del sopravvento degli aspetti agonistici su quelli ludico-formativi.
In secondo luogo vorremmo soffermarci su un tema quanto mai caldo in questo periodo: la prevenzione della morte improvvisa nello sport. Le società sportive vedono l’acquisto di un defibrillatore e la formazione del personale come un peso soprattutto economico; inoltre, alcuni dirigenti del 118 valutano inutili i progetti di defibrillazione precoce sul territorio.

Accanto a questo drammatico problema non possiamo citare l’inadeguatezza dell’alimentazione e degli stili di vita e in particolar modo delle conseguenze, come il sovrappeso e l’obesità, uno dei principali problemi di salute pubblica; ma questa è una condizione ampiamente prevenibile. L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito, sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori. Si stima che il 44% dei casi di diabete tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tumori sono attribuibili all’obesità/sovrappeso. In totale, sovrappeso e obesità rappresentano il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e i decessi attribuibili all’obesità sono almeno 2,8 milioni/anno nel mondo. Il problema ha ormai iniziato ad interessare anche le fasce più giovani della popolazione: la frequenza dei ragazzi in sovrappeso e obesi è più elevata negli 11enni (29,3% nei maschi e 19,5% nelle femmine), che nei 15enni (25,6% nei maschi e 12,3% nelle femmine). Questo dato è particolarmente preoccupante, in quanto indica che il fenomeno obesità è in espansione e colpisce più frequentemente le generazioni più giovani.

Inclusione

Innanzitutto va ripreso il valore del LAVORO; è particolarmente diffusa la convinzione che il risultato calcistico sia l’esito esclusivamente di una commistione di talento e prestanza fisica; pertanto l’ossessiva ricerca del risultato immediato a tutti i costi esclude di fatto la possibilità di un adeguato lavoro tecnico-tattico in allenamento durante la settimana su ogni bambino-ragazzo.

Da qui molti commentatori individuano il motivo di alcuni recenti fallimenti del calcio italiano a livello internazionale. E’ invece nostra convinzione che, pur considerando i dati fisici e il talento come importanti, essi non sono determinanti nella costruzione di un miglioramento interiore del calciatore quanto un lavoro fisico, tecnico e psicologico-educativo competente sulla persona, sulle motivazioni, sulla progressione dell’apprendimento e sul gruppo.
Questa porta inevitabilmente a una minore selezione, a una maggiore inclusione e a un più elevato livello di obiettivi individuali e generali. La vittoria è l’esito di un lavoro infrasettimanale e non di intuizioni e/o condizioni “magiche” (o, peggio, di espedienti) della partita del fine-settimana.
In secondo luogo, il progetto “Non si lascia indietro nessuno!” intende realizzare un intervento che prevede la fruizione di un’attività calcistica da parte di ragazzi e bambini che presentano Sindrome di Down. Infatti vorremmo portare il metodo calcistico come miglioramento di se a quelle che possiamo ritenere “le estreme conseguenze”. Si ritiene infatti che tale attività possa rappresentare una notevole risorsa per i beneficiari coinvolti, non solo dal punto di vista del potenziamento motorio e del benessere psico-fisico, ma anche come strumento educativo.

Salvucci Fabrizio

Cardiologo, Direttore sanitario Ticinello Cardiovascular & Metabolic, Presidente Athletic Pavia, Presidente Insieme Per Ruzira ONLUS

Codice Fiscale: SLVFRZ64M13G515T

P.IVA: 01843800184

I nostri contatti

Sede legale: 27100 - Pavia (PV) Lombardia Via Giacomo Franchi, 10

2020 © All Rights Reserved.
  • Powered by Blu System
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy